mercoledì 20 agosto 2014

Una riscoperta imprevista



Sempre più apprezzata la regolamentazione naturale della fertilità. 

Su «Le Monde». L’11 agosto scorso sul quotidiano francese «Le Monde» è uscita l’inchiesta a quattro mani «La contraception “naturelle” de plus en plus prisée» che pubblichiamo quasi integralmente. In fondo anche un articolo di Lucetta Scaraffia: "I meriti della Chiesa (con un demerito)".
(François Béguin e Laetitia Clavreul) I metodi naturali di contraccezione si credevano ormai dimenticati. I francesi se ne erano allontanati dopo l’arrivo della pillola a causa della loro minore efficacia. Oggi, però, quasi una donna su dieci opta per le tecniche di osservazione del ciclo di ovulazione o per l’interruzione del rapporto sessuale. La cifra — rivelata lo scorso maggio da uno studio Ined-Inserm — è sorprendente. 
Secondo lo studio Ined-Inserm dedicato alle scelte contraccettive dopo la crisi della pillola, il ricorso ai metodi naturali è molto aumentato tra le donne con difficoltà economiche e/o senza diploma. Il rifiuto di imporre ormoni al proprio corpo ha anche giocato un ruolo. Lo studio indica che tra il 2010 e il 2013, nelle persone tra i 15 e i 49 anni, la pillola ha perso 9 punti (dal 50 al 41 per cento). La spirale ha guadagnato l’1,9 per cento, il preservativo il 3,2. Ma l’aumento più forte (3,4 punti) è stato registrato dai metodi naturali, ormai scelti dal 9,5 per cento delle donne. 
Nelle persone tra i 20 e i 44 anni, l’astinenza periodica (metodo Ogino-Knaus, per esempio) era nel 2013 l’opzione favorita dal 3,8 per cento delle donne (+ 0,5 punti) e l’interruzione del rapporto dal 5,2 (+ 2,1), secondo le cifre raccolte da «Le Monde» presso l’Inserm. Queste pratiche, dominanti prima degli anni Sessanta, riguardavano il 33,9 per cento delle donne nel 1978. Nel 2000, i tassi si sono elevati al 5,5 per cento.
Flore (nome fittizio), 29 anni, giornalista in oriente, interrompe la pillola sette anni fa per ragioni mediche. «Ho detto al mio medico che avrei calcolato i cicli di ovulazione. Mi ha detto che era rischioso», ricorda. «Non lo avrei fatto dieci anni fa. Ma mi trovo in un periodo della vita in cui, se rimanessi incinta, terrei il bambino». 
«Il mio nuovo compagno — racconta Marie C., 29 anni, ottica del sud della Francia, che ogni mattina si calcola la temperatura — non apprezza tutti questi prodotti imposti al corpo delle donne. Abbiamo dunque approfondito il metodo insieme». Quando era adolescente, sua madre, cattolica, l’aveva iniziata a questo metodo. Lei l’aveva presa in giro e aveva optato per la pillola. Per lunghi anni, mentre la prendeva, ha fatto «qualsiasi cosa», prendendo le compresse in modo tale da non avere mai le mestruazioni quando vedeva il suo compagno. Nel tornare ai vecchi metodi, ne fa quasi una rivendicazione. La cosa non le ha mai impedito di fare sesso. Durante i periodi a rischio gravidanza, opta per l’interruzione del rapporto o il preservativo.
C’è una vera tendenza? È troppo presto per dirlo. Ma sono stati sviluppati apparecchi sofisticati che permettono di stimare il periodo di ovulazione. Si trovano d’altronde siti cattolici che incoraggiano l’astinenza temporanea. «Significa mantenere intatta, a ogni unione sessuale, la nostra capacità di dare la vita», indica Méthode-naturelles.fr, il cui nome potrebbe far pensare a un sito ufficiale.
Checché ne dicano gli adepti, esistono delle differenze di efficacia. Secondo il sito Choisirsacontraception.fr delle autorità sanitarie, la spirale registra il 99,8 per cento di «efficacia pratica», la pillola il 91, il preservativo l’85, l’interruzione del rapporto il 78 e i metodi di astinenza periodica il 75 per cento. Ma il sito include tali metodi tra i mezzi di contraccezione. Alcuni dottori non li prendono in considerazione, perché non impediscono totalmente le gravidanze.
«È ben lungi dall’essere di poca importanza, come metodo contraccettivo, se, in un sondaggio, lo utilizzano quasi il 15 per cento delle donne», stima Nathalie Bajos, direttrice della ricerca all’Inserm, in riferimento ai metodi più sfavoriti. Ai suoi occhi, bisognerebbe forse domandarsi come sarebbe meglio parlarne. Perché tutti sono d’accordo nel dire che tali metodi di osservazione del corpo sono complessi da capire e da applicare. Da qui il loro più elevato tasso di fallimento.
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I meriti della Chiesa (con un demerito)
(Lucetta Scarafia)
 Con questa inchiesta di «Le Monde» scopriamo con stupore che per motivi per lo più salutistici ed ecologici oggi è in aumento il numero di donne che ricorrono alla regolamentazione naturale della fertilità. In fondo, è una specie di riabilitazione della vituperata enciclica Humanae vitae, che proponeva alle donne — e chiedeva ai medici di impegnarsi nella ricerca — di regolare le nascite attraverso metodi naturali.
La Chiesa, dopo essere stata considerata per decenni — e l’accusa è viva ancora oggi — proprio per questo nemica dell’emancipazione femminile, si rivela invece molto più attenta alla salute delle donne della società laica, influenzata anche dagli interessi di potenti case farmaceutiche, che traggono grossi profitti dalla vendita dei contraccettivi chimici. Comincia infatti a incrinarsi la fiducia delle donne in una libertà sessuale ottenuta mettendo a rischio la propria salute, una propaganda alla contraccezione chimica che contribuisce acriticamente all’accumularsi di profitti in mano a imprese che non hanno certo a cuore il loro vero benessere. Stupisce però, nell’articolo di «Le Monde», la carenza di informazione su quello che è il più sicuro ed efficace metodo naturale di regolamentazione della fertilità, cioè il metodo Billings, ormai testato con successo da decenni in molti Paesi, fra cui la Cina comunista. Un metodo semplice, basato sull’osservazione del proprio corpo da parte delle donne, che non implica calcoli complicati, e che non incide sulla loro salute. Strano che le femministe non si siano mai accorte che esisteva questo metodo, che sembra realizzare tutti i loro desideri. 
Ma la colpa della insufficiente diffusione di questa scoperta — realizzata alla fine degli anni Settanta da due medici australiani, i coniugi Billings — è da addebitarsi anche alla Chiesa: pochi sono i sacerdoti che lo conoscono e lo fanno conoscere, e una malintesa vergogna nei confronti della vita sessuale ancora imperante in un mondo totalmente maschile fa sì che, in generale, se ne parli pochissimo. Perdendo così una grande occasione di riabilitare la morale cattolica sulla procreazione — uno dei punti di attrito più forti con la modernizzazione — in un momento in cui la tanto conclamata contraccezione chimica sta entrando in crisi.
L'Osservatore Romano